Google Cache: cosa è, a cosa serve e come utilizzarla

"Cos’è una memoria cache? Perché funziona in questo modo? A cosa serve? Rispondere a tali quesiti non è così difficile, ma bisogna essere in grado di usufruire fino in fondo dell’importanza di simili funzionalità. Ecco tutto ciò che c’è da sapere di Google Cache, con la chance di trovare dati e informazioni salvati nel giro […]

Questa foto descrive: Google Cache: cosa è, a cosa serve e come utilizzarla

Cos’è una memoria cache? Perché funziona in questo modo? A cosa serve? Rispondere a tali quesiti non è così difficile, ma bisogna essere in grado di usufruire fino in fondo dell’importanza di simili funzionalità. Ecco tutto ciò che c’è da sapere di Google Cache, con la chance di trovare dati e informazioni salvati nel giro di un arco di tempo molto contenuto.

Cos’è e a cosa serve la cache Google

Non si può parlare della cache contenuta in Google senza nominare la copia cache. Si tratta di un sistema grazie al quale un utente ha la possibilità di visitare una determinata pagina web quando quest’ultima non è visibile su Internet. Il funzionamento di una memoria di questo tipo è davvero semplice da comprendere. La copia di ciascuna pagina viene immagazzinata da Google al fine di ridurre le richieste da inoltrare al server e alla Main Memory. Una memoria del genere consente all’utente di recuperare facilmente ogni pagine e a Google di elaborare al meglio le pagine visitate. Ecco i tre passaggi che vengono portati avanti in una procedura di questo tipo:

  • prima di tutto, Google controlla se i dati sono già contenuti nella cache;
  • se il risultato è positivo, contrassegnato da Hit, ciascun dato viene condotto al processore;
  • se il risultato è negativo, contrassegnato da Miss, il dato viene analizzato dai server che fanno capo a Google.
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Come visionare e decifrare una copia cache

Per visionare la copia cache di Google, è possibile mettere in pratica tre tecniche differenti. Eccole di seguito, tutte molto efficaci.

  • In primo luogo, si può cliccare sulla freccia verso il basso dell’URL per visionare la SERP di Google. Dopo aver fatto clic sulla relativa opzione per copiare la cache, la pagina memorizzata si apre in automatico. L’indirizzo risulta diverso rispetto all’URL della pagina perché la cache visualizzata si trova sul server di Google.
  • Il secondo metodo riguarda la chance di entrare nell’operatore “cache:”, seguito dall’URL della pagina desiderata.
  • Il terzo sistema, invece, prevede il download di un plugin che consente di visualizzare la cache e la storia di una determinata pagina. Sui vari browser Web, esistono diverse estensioni che possono assolvere tale compito.

Quali informazioni ricavare dalla cache di Google

Una volta utilizzata la cache Google, è possibile ricevere una serie di informazioni essenziali per continuare la navigazione nel modo migliore:

  • l’istantanea della pagina;
  • le modifiche più recenti della pagina;
  • le versioni complete e testuali;
  • la visione della sorgente di pagina.
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Con tali prerogative, usufruire delle potenzialità di Google Cache può diventare molto soddisfacente. Ad ogni modo, bisogna prestare attenzione alla data della copia di cache, che spesso non coincide con la scansione più recente da parte del relativo spider, ma ne è solo una reindirizzazione. In pratica, una copia non è altro che una versione reindirizzata della cache di Google originale che viene tratta direttamente dal browser di ricerca iniziale. Una cache può essere vuota, mostrare un dominio diverso rispetto a quello cercato o addirittura non esistere. Infine, può apparire il temuto status code 404, che viene risolto tramite la semplice modifica di un carattere nell’URL iniziale.

Le conclusioni sulla memoria di cache fornita da Google

Nel complesso, Google Cache fornisce una serie di informazioni che non sono attendibili al 100% e possono variare a seconda delle scansioni effettuate dal motore di ricerca. Ad ogni modo, la cache Google va comunque monitorata perché può condurre all’esecuzione di controlli più mirati, legati al sito Internet da analizzare. L’intera procedura diventa ancora più semplice se vengono utilizzati strumenti forniti da Google per analizzare la situazione di ciascuna pagina visitata.

Diventa anche importante quando poi si va a rivedere le modifiche effettuate che magari hanno portato un calo nel traffico organico.

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