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La FOMO: cos’è e come sfruttarla nel marketing
"La FOMO (Fear Of Missing Out) è ormai un fenomeno sociale diffusissimo, soprattutto tra i più giovani. Si tratta della paura di essere tagliati fuori da esperienze ed eventi ritenuti gratificanti. Nel contesto digitale, la FOMO si manifesta attraverso un impulso ossessivo e incontrollabile di monitorare in modo costante gli eventi sui social media e […]
La FOMO (Fear Of Missing Out) è ormai un fenomeno sociale diffusissimo, soprattutto tra i più giovani. Si tratta della paura di essere tagliati fuori da esperienze ed eventi ritenuti gratificanti.
Nel contesto digitale, la FOMO si manifesta attraverso un impulso ossessivo e incontrollabile di monitorare in modo costante gli eventi sui social media e su Internet, con l’obiettivo di restare costantemente informati su qualsiasi accada e su ciò che venga condiviso dagli altri utenti.
Il marketing può sfruttare la psicologia FOMO per far incrementare le vendite di un’azienda e trovare, quindi, nuovi clienti a breve e a lungo termine. Vediamo ancor più nello specifico ciò di cui stiamo parlando e quali strategie si possono mettere in campo per fare FOMO Marketing.
Cos’è la FOMO
La FOMO nasce dal bisogno di appartenenza e dalla paura di rimanere esclusi. Deriva dal confronto costante, soprattutto sui social, dove gli altri mostrano sempre il lato migliore delle proprie vite.
Questo porta a credere che tutti si stiano divertendo e vivendo esperienze incredibili, mentre noi siamo tagliati fuori. La FOMO spinge quindi a voler essere presenti a tutti i costi per non perdere occasioni ritenute fondamentali.
I brand possono sfruttare questa ansia da prestazione offrendo prodotti o esperienze per le quali vale la pena spendere e da cui non è assolutamente possibile ‘restare fuori’. L’importante è trasmettere urgenza e necessità.
La FOMO in cifre
Alcune ricerche ci aiutano a comprendere la vastità del fenomeno FOMO attraverso dati e statistiche:
- Il 56% delle persone ammette di provare il timore di essere tagliato fuori dalle esperienze altrui (Ricerca SXSW 2016)
- Circa il 20% degli adulti prova FOMO in modo cronico e invalidante (Ricerca del Journal of Behavioral Addictions)
- I più colpiti sono i giovani: il 63% della Gen Z e il 45% dei Millennial dichiarano di provare spesso FOMO (Ricerca Ypulse 2019)
- Chi soffre di FOMO controlla il telefono in media 85 volte al giorno (Ricerca radiofonica britannica 2018)
- Il 44% delle persone prova FOMO nell’assistere online ad eventi a cui non ha potuto partecipare (Eventbrite 2018)
Questi dati dimostrano come la FOMO sia un fenomeno trasversale e diffusissimo. Saperlo sfruttare in modo etico nel marketing, è un’opportunità troppo grande per le aziende di acquisire nuovi clienti e, di conseguenza, aumentare il proprio fatturato.
FOMO vs JOMO
Esiste però anche il fenomeno opposto alla FOMO, ovvero la JOMO (Joy Of Missing Out). In questo caso non c’è ansia da prestazione e il bisogno di essere sempre presenti, ma al contrario la gioia di staccare la spina e prendersi del tempo per sé.
Chi soffre di JOMO non ha paura di essere tagliato fuori o di perdere esperienze. Preferisce momenti di relax, senza confrontarsi costantemente con gli altri.
Una strategia di marketing efficace deve quindi saper coinvolgere sia chi soffre di FOMO che di JOMO.
Coinvolgere FOMO e JOMO in una strategia marketing
Per attrarre sia chi ha la FOMO che la JOMO, i brand devono proporre prodotti e servizi che soddisfino entrambe le esigenze.
Ad esempio, per chi soffre di FOMO si possono pubblicizzare eventi e novità da non perdere, con un sense of urgency. Per chi preferisce la JOMO, si possono proporre prodotti che permettano di staccare la spina e ritagliarsi momenti di relax.
Un brand di cosmetici potrebbe lanciare una nuova linea collezione limited edition, per attrarre chi ha paura di essere tagliato fuori dalle ultime tendenze. Ma potrebbe anche pubblicizzare prodotti che aiutano a distendersi, come oli da bagno rilassanti.
L’importante è intercettare entrambe le esigenze ed evitare di escludere potenziali clienti.
Il FOMO marketing: come applicarlo alle tue strategie
L’obiettivo primario del FOMO Marketing consiste nel persuadere gli utenti che si trovano ancora nell’incertezza a effettuare un acquisto o a intraprendere un’azione specifica, proprio per non restare esclusi da un qualcosa che non si può proprio perdere.
Questo meccanismo è in grado di apportare un beneficio immediato all’azienda e, soprattutto, di avviare un solido processo di fidelizzazione a lungo termine.
Esistono diverse strategie di marketing per sfruttare in modo etico la FOMO, senza manipolare le paure delle persone:
Creare urgenza ed esclusività
Si può generare un senso di immediatezza e limitatezza intorno a prodotti e servizi, ad esempio con offerte a tempo o stock limitato. L’importante è che questa scarsità sia reale e non artificiosa. Ad esempio, per il lancio di un nuovo modello di sneaker, si può pubblicizzare la disponibilità limitata a soli pochi pezzi.
Evidenziare disponibilità limitata
Mostrare chiaramente il numero di pezzi ancora disponibili di un prodotto desiderabile può incentivare chi teme di rimanere a mani vuote. Anche in questo caso, è bene non alterare artificialmente il numero di scorte. Ad esempio, per una borsa firmata di tendenza si può indicare “Solo 2 pezzi rimasti”.
Utilizzare countdown creativi
I countdown per offerte last minute o early bird funzionano bene per generare hype. L’importante è che siano periodi di tempo congrui e non 5 secondi creati ad arte per indurre ansia. Un conto alla rovescia di 24 ore per uno sconto speciale può funzionare bene.
Storytelling autentico
Raccontare le esperienze positive di altri clienti può generare timore di essere tagliati fuori. Ma è bene evitare storie inventate e puntare su narrazioni autentiche di persone reali. Le recensioni spontanee sono ottime leve di FOMO.
Incentivare social sharing
Il passaparola e la condivisione di contenuti sui social sono ottime leve di marketing. L’importante è che siano azioni spontanee dell’audience e non indotte artificialmente. In questo senso, per incentivare questo meccanico, si possono prevedere sconti per chi tagga amici o condivide post.
Generare hype misurato
Creare attesa per un lancio di prodotto imminente può suscitare FOMO. Ma senza esagerazioni, altrimenti si rischia una delusione al momento del lancio.
Esempi di FOMO Marketing
Le grandi aziende hanno compreso come sfruttare la leva psicologica della FOMO integrandola sistematicamente tra le strategie di marketing. Ne sono un esempio, tra le tantissime che ne fanno uso, Nike e Coca Cola.
Nike ha fatto della FOMO una delle sue armi più efficaci per promuovere sneakers iconiche in limited edition, alimentando l’hype e generando lunghe code per accaparrarsi i pochi pezzi disponibili: un esempio sono senz’altro le Air Jordan 1 in collaborazione con Travis Scott, disponibili in 100 mila esemplari nel mondo con una raffle dedicata solo agli iscritti.
Coca Cola invece periodicamente fa leva sulla FOMO lanciando bottiglie da collezione in edizione limitata, in collaborazione con brand, eventi, film e serie tv, spingendo i fan all’acquisto d’impulso per non rischiare di rimanerne senza.
Entrambe queste aziende hanno saputo sfruttare la paura di essere tagliati fuori insita nella FOMO, integrandola appieno nelle strategie di marketing.
Conclusioni
La FOMO è un potente fenomeno sociale che porta alla costante paura di essere tagliati fuori e alla disperata ricerca di appartenenza.
Il marketing può senza dubbio sfruttare questa leva, intercettando il desiderio del pubblico di vivere esperienze uniche e irripetibili. Ma è fondamentale farlo in modo etico, senza manipolare le ansie altrui.
I brand possono creare urgenza e senso di scarsità, generare hype attorno a prodotti esclusivi, incentivare social sharing. Ma sempre evitando di alterare artificialmente la realtà e inducendo timori eccessivi nel pubblico.
La FOMO va compresa a fondo, nei suoi rischi ma anche nelle sue possibilità. Un marketing autorevole non cavalca le paure, ma indica la strada per trasformarle in opportunità di crescita. Con creatività ma anche responsabilità.
In questo modo la conclusione si concentra di più sulla FOMO e su come sfruttarla al meglio nel marketing, in modo etico e costruttivo.